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Yasuko Sugiyama è nata a Kashiwa, Chiba in Giappone nel 1961. Si è diplomata in pedagogia artistica nel 1984 presso l'Università di Belle Arti Musashino di Tokyo, dove si è laureata in pittura nel 1986. Nello stesso anno si è trasferita in Italia per seguire i corsi di scultura presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara.

Mostre Personali

1983 - Kashiwa-Giappone, Salone di Daiwa Bank di Kashiwa.
1994 - Milano, Spazio Arte San Fedele. - Pisa, Galleria Artemisia Arte Contemporanea.
1996 - Kashiwa-Giappone, Terajima Cultural Hall Foundation. - Milano, Editore Paoline.
1998 - Milano, Japanese Works of Art Gallery. - Kashiwa- Giappone, Terajima Cultural Hall Foundation. - Kashiwa-Giappone, Keirin Gallery.
1999 - Milano, Consolato Generale del Giappone.
2000 - Montecarlo(Monaco), Bombay Frigo.
2003 - Milano, Bar Madison.
2005 - Consolato Generale del Giappone.
2006 - Milano. Zen Arte. - Mishima -Giapponea, Yoz Gallery.
2007 - Osaka-Giappone, Takashimaya.



Yasuko Sugiyama


Italian Sky Tecnica mista 2009
cm. 200 x 240

 

Marie e le nuvole tecnca mista 2009 cm.60 x 90 cm

Nuvole tecnica mista 2009
cm. 110 x 110

Duomo 2 tecnica mista 2009
cm. 54,5 x 38


Duomo e le nuvole
tecnica mista 2009
cm. 80 x 70

Il cielo è un vuoto o un pieno? Il vuoto delle nuvole mette in evidenza il pieno del cielo o il pieno delle nuvole evidenzia il vuoto del cielo? Il nostro corpo è un insieme di vuoti che costituiscono un pieno. Siamo come i cieli. Le nuvole sono lo scorrere del nostro tempo, il continuo movimento dei nostri pensieri. Scorre il tempo nella pagina del cielo, così come scorrono le nuvole. Il nostro sguardo ne segue il movimento. Lo sguardo osserva il continuo divenire. Le architetture italiane perdono la loro staticità e diventano nuvole, dinamiche come lo scorrere del tempo. Memorie, ricordi, pensieri. Yasuko Sugiyama prende la nostra testa tra le sue mani e la ruota verso il cielo. Si cammina a testa bassa e si guarda la terra, la materia, il pieno. La paura del vuoto, dell'immaterialità, del non definito. Yasuko Sugiyama ci sollecita ad alzare lo sguardo. Le architetture, particolari del tempo che scorre, sembrano sfuggire come le nuvole, come il nostro sguardo e riacquistano allora la loro staticità diventando frammenti, attimi, fotogrammi. Alziamo gli occhi da terra e guardiamo il cielo . Dal basso all'alto. Dalla terra al cielo. Dal definito all'infinito. Cieli italiani. Cieli d'Italia, come "piazze d'Italia". Metafisica, assenza di tempo . Si guardano le architetture, ma in realtà si guardano i cieli. Cieli blu. Troppo blu per essere veri. Cieli non dipinti ma trovati. I cieli non si dovrebbero dipingere mai. I cieli si osservano, si vivono. Si dipingono le nuvole così come le traccerebbe il vento . Le tele di Sugiyama sono tessuti per tende di colore blu. Tende scelte e trovate che diventano cieli. I teli, nati per riparare dalla luce del sole, diventano la luce blu del cielo. Il pieno diventa il vuoto. E sono i vuoti a riempire il nostro sguardo.

Giorgio Cardazzo